Il telefono senza fili

angelo (12/10/2014) - Voto: 3/5
Ingredienti: un presunto omicidio dovuto ad una prolungata sparizione, un cadavere reale collegato ad un possibile ricatto, la collaudata squadra di investigatori fai-da-te (4 vecchietti ed un "barrista") a collaborare con la polizia, pochi e genuini elementi per costruire il solito saporito giallo alla toscana. Consigliato: agli osservatori di storie che viaggiano sul filo del pettegolezzo, ai frequentatori di bar di paese.
giorgio g (10/10/2014) - Voto: 4/5
L'autore è tornato ai pestiferi vecchietti del BarLume ed in ciò è stato meritorio: il "Barrista" Massimo, la sua aiutante Tiziana ed i suoi comprimari Aldo, Ampelio, Gino e Pilade, sono dei personaggi piacevoli come piacevole è il loro linguaggio vernacolare. Centrata è anche la figura della giovane Commissaria Alice Martelli "della Polizia di Stato", un po' meno indovinata la storia del delitto che dà lo spunto al romanzo: questo, secondo noi, è - peccato! - il limite di Malvaldi. Lo attendiamo comunque ad altri cimenti, augurandoci di trovare due ore di lieto passatempo con i suoi libri.
Michela (05/10/2014) - Voto: 5/5
Il delitto che deve essere risolto è solo un pretesto per dar voce alle battute fulminanti del bar/ospizio Barlume. Di giallo c'è poco, di sano humor toscano tantissimo e fa passare qualche ora di pura allegria.
Paola (03/10/2014) - Voto: 3/5
Questo nuovo romanzo giallo della serie del Barlume mi e' piaciuto un pochino meno dei precedenti. Anche se come sempre dai romanzi di Malvaldi c'e' qualcosa di nuovo da imparare, questa volta pero' il Massimo Viviani mi e' sembrato un pochino abbacchiato, meno salace del solito, probabilmente demoralizzato per il troppo lavoro e la mancanza di un' anima gemella. Pero', secondo me, questo ha reso un poco piu' lenta e sfilacciata la storia. E i vecchietti da soli, senza il controcanto del barrista, non sono bastati. Comunque, e' sempre un piacere ritrovarsi a Pineta.
claudio (03/10/2014) - Voto: 5/5
Come giallo sarà di poco conto, forse anche un po' troppo complicato con questa storia di suicidi e telefonini, ma per il resto Marco Malvaldi si conferma uno scrittore sublime. I quattro vecchietti, Massimo il barrista, Tiziana la sua dipendente e la commissaria di polizia (chissà come andrà a finire la storia con Massimo) formano una squadra che non è inferiore a nessun'altra. Sempre meglio Marco.