La rivincita del maschio
La rivincita del maschio
TitoloLa rivincita del maschio
Autore Amalia Guglielminetti
Prezzo€ 8,99
Editore8TTO Edizioni
LinguaTesto in it
FormatoDRMFREE

Descrizione
"Ero un sentimentale idiota che soffriva d'un sogghignetto sprezzante di bella donna come d'una staffilata, e mi sono abituato a considerare le più affascinanti creature dell'altro sesso come semplici arredi nella camera da letto d'un uomo, più o meno piacevoli e decorativi a seconda delle loro qualità estetiche e sensoriali. È la mia rivincita, o se vuoi, la rivincita del maschio." Liguria, primi del Novecento. Il barone Ugo di sant'Agabio è un uomo dedito al gioco e impegnato a godere appieno dei piaceri che la vita sembra costantemente riservargli. Quando si innamora della canzonettista di cabaret Reré Lajoie pensa di aver trovato la sua musa. I sensi e la mente sono solleticati da questa donna moderna, indipendente, che ama sedurre più che essere sedotta, che fuma, beve e gioca d'azzardo. Reré è la nuova donna del Novecento, per cui Ugo rappresenta solo un divertimento momentaneo. La loro è una passione che non è destinata a durare. A darle il colpo di grazia ci pensa Nora, la timida e ingenua cugina di Ugo che lo strega da subito con la sua dolcezza e una docilità a cui lui si arrende più che volentieri. Ma la vendetta di Reré non si fa attendere, innescando una serie di conseguenze che porteranno a un inaspettato, feroce colpo di scena.Scandalosamente provocatorio, La rivincita del maschio, apparso inizialmente a puntate sulla rivista "Il Secolo Illustrato" e poi pubblicato, riveduto e ampliato, da Lattes nel 1923è costato ad Amalia Guglielminetti un'accusa per oltraggio al pubblico pudore e una pubblicità senza precedenti. Un romanzo in cui amore, tradimento e vendetta si intrecciano nelle vite decadenti e dissolute dei protagonisti, per poi deflagrare in una notte folle e lisergica in cui la rivincita del maschio passa, ancora una volta, attraverso il corpo di una donna. Amalia Guglielminetti, scrittrice, poetessa e drammaturga forgiatasi nell’inquieto ambiente culturale della Torino dei primi del Novecento, è stata un’illustre vittima di quel cortocircuito che tende a confondere i due piani, quello biografico e quello artistico, e che ha fatto in modo che le sue opere – e le sue potenti figure femminili – fossero etichettate come “letteratura erotica” e lì fossero confinate, senza la possibilità di emergere con la loro forza, il loro dinamismo, la loro abbagliante modernità.