Non svegliarti

Talisie (23/06/2023) - Voto: 4/5
La cosa migliore del libro è che fino oltre la metà non si capisce chi sia il colpevole, per cui la tensione rimane immutata, come la voglia di proseguirne la lettura. Forse il finale andava strutturato meglio, dando più soddisfazione con una punizione più strutturata del colpevole che si macchia di un'altra inutile morte nelle ultime pagine. Certo, tutta la trama risulta alquanto arzigogolata, ma l'autrice riesce a dipanarla in maniera logica e consequenziale, aspetto indispensabile in ogni thriller che di rispetti dato che il lettore deve avere tutte le risposte giunto all'ultima pagina.
Rosanna (04/10/2020) - Voto: 4/5
Buon thriller, anche se non sempre verosimile. Tiene però col fiato sospeso e leggendolo non si vede l'ora di sapere come va a finire.
Anonima (31/08/2020) - Voto: 3/5
Ad essere sincera sono rimasta un po' delusa ma forse le mie aspettative erano troppo alte. Tutto sommato la storia non è male anche se certe storie, soprattutto riguardanti i poliziotti, sono totalmente tralasciabili e irrilevanti. Secondo me l'autrice voleva solo allungare il brodo. In ogni caso è un libro carino e lo consiglio a chi piace il genere.
Giuly (29/08/2020) - Voto: 4/5
Una dottoressa viene ritrovata priva di sensi, probabilmente colpita da un ramo caduto; racconterà di essere stata imprigionata in una sala operatoria, immobilizzata, seviziata e forse stuprata da un sadico vestito da chirurgo: un'esperienza devastante che però sembra non aver lasciato traccia sul suo corpo, nessun indizio confermerebbe il suo racconto. Anzi, man mano che le morti violente si susseguiranno, tutto parrebbe indicare che la responsabile sia proprio lei.... Un thriller angosciante, terrificante, a cui però neanch'io attribuisco il voto massimo perché lo ritengo eccessivamente improbabile.
andrea (10/06/2020) - Voto: 4/5
Buon thriller psicologico, ben scritto e mai noioso e dal finale inaspettato. Tutto si incastra alla perfezione senza forzature, soprattutto quando oltre la metà della storia l'autrice quasi ti convince che la protagonista non sia propriamente la vittima ma il carnefice.