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La strangera
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Leucò
(15/12/2024) -
Voto: 4/5
Ha una grazia ruvida, che può apprezzare a fondo solo chi in montagna ci sia vissuto per almeno qualche mese, da cittadino-turista o da cittadino-integrato. Si sbolve sulle alpi piemontesi, peccato non ci sia un glossarietto per i calchi e i tecnicismi. Merita leggerlo
Hana_bi313
(09/12/2024) -
Voto: 2/5
Sicuramente è un bel romanzo, abbastanza scorrevole anche se a tratti molto lento. L'autrice si dilunga anche troppo su alcuni passaggi che, forse, potevano essere sintetizzati per lasciare il posto ad altro. Chiaramente, come accade spesso in romanzi così lunghi, la conclusione è frettolosa e approssimata. Io, personalmente, non lo consiglierei.
Happy
(24/11/2024) -
Voto: 5/5
Romanzo d'esordio di questa giovane autrice, non mi ha deluso. L'ho volutamente letto per il tema che affronta, la scelta tormentata ma urgente di cambiare vita, l'amore per la montagna, "la pancia", come scrive la Aidala, che poi ti porta forse altrove, in un altrove non così diverso ma più adatto al tuo modo di essere. Scritto bene (finalmente!), coinvolge il lettore nella suggestione dei paesaggi montani, da quelli più aspri e maestosi a quelli più dolci e meno imponenti, nella presentazione dei personaggi, nella descrizione delle emozioni. Mi è piaciuto molto e sicuramente vorrò leggere qualcos'altro di questa nuova scrittrice. E questo è il successo vero per un romanzo. Continuare a leggere.
Gabriella
(13/11/2024) -
Voto: 3/5
E' un libro che ti cattura, aspetti di sapere cosa succederà e non lo sai fino alla fine.. A tratti è lento, proprio come la vita in montagna in inverno, e forse questa è la cosa che ho apprezzato di più. I personaggi sono descritti bene anche se manca sempre quel qualcosa che aspetti ,ma non arriva.
Manuela
(05/11/2024) -
Voto: 5/5
E' il primo romanzo di questa giovane scrittrice ed è una bella scoperta: Marta non solo sa scrivere, ma ti conduce con un linguaggio semplice e coinvolgente a conoscere il vero protagonista della storia, la montagna. Bea e il Barba, il gestore del rifugio in cui la ragazza va a lavorare per molti mesi, sono solo uno strumento per descrivere quell'ambiente così ostile ma così affascinante, la neve, la natura, i lupi, il freddo, il silenzio, il buio. Ma anche i prati sconfinati, le mucche all'alpeggio, il lavoro duro. Ti sembra di sentire i campanacci e il profumo di formaggio, il disgelo e il sole che ti scalda. I personaggi sono burberi, di poche parole, hanno un'anima tormentata, ognuno per i suoi motivi, spesso misteriosi, ma alla fine è proprio la montagna che aiuta tutti loro a saper scegliere il proprio futuro. Consigliatissimo!
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