Personal

Fabio (09/04/2016) - Voto: 4/5
Torna Jack Reacher, torna Lee Child, e torna un buon romanzo, anche se non dei migliori. Il personaggio, ormai, lo conosciamo, lo stile scorrevole, anche, quindi non mi stupisco di averlo letto in breve tempo e aver ritrovato quel piacere che Child mi sa regalare. La trama non è, poi, particolarmente ricca, occorre ammetterlo, ma qualche colpo di scena c'è, anche se gli espedienti di Child sono spesso gli stessi. Reacher non sbaglia mai e, se succede, lo aiuta la fortuna. Altri libri sono stati peggiori, altri migliori, ma PERSONAL va di certo oltre la sufficienza e, soprattutto verso la fine, il libro si accende! Magari Child si è dilungato in qualche descrizione, ma l'intelligenza di Reacher ha saputo colmare queste mancanze. Altro piccolo neo: i dialoghi non sono brillanti e colmi di frecciate ironiche como al solito... Ad ogni modo un buonissimo libro; quindi un 4 meritato, ma un 5 neppure sfiorato! Consigliato, ad ogni modo, agli amanti del genere e di Child.
Giuliano Pasquini (08/04/2016) - Voto: 1/5
Per la prima volta invio un mio giudizio su un libro. Dell'autore credo di aver letto tutti i suoi romanzi. Per la prima volta sono rimasto profondamente deluso. Trama piatta che non decolla mai. Il libro sembra scritto da un altro.
Paolo Rossi (07/04/2016) - Voto: 2/5
Premetto che sono un fan di Lee Child e che ho letto tutti i suoi libri. Aspettavo con ansia l'uscita di questo suo ultimo libro e devo dire che mi ha profondamente deluso: è noioso e ripetitivo fino all'inverosimile. Per fare un esempio ripete per una trentina di pagine che una casa è grande, che le finestre sono grandi, le porte sono grandi, le maniglie delle porte sono alte, i soffitti sono alti , ecc... Quando deve dare un pugno ad uno, tutte le volte deve prima fare un trattato di fisica, dinamica e matematica. La trama inoltre procede a stento con pochissimi colpi di scena. Ne è passato del tempo da quando leggendo i suoi libri facevo le ore piccole perchè non riuscivo a staccarmi dalle pagine, tale era la voglia di sapere come era il seguito.