Sulla chaise-longue

Ivan Mecca 1891 (13/02/2022) - Voto: 5/5
Non avevo mai sentito parlare dell'autrice (mea culpa!!) ma qualcosa nel volumetto aveva catturato la mia attenzione sin dalla prima volta che lo vidi in una libreria di Torino. Da quella volta non ho più avuto pace fino a quando non l'ho comprato qui su IBS. Inoltre secondo me nella vita di ognuno ci sono momenti nei quali il destino ci pone sulla strada determinati libri: mentre il libro attendeva di essere letto, scoprivo casualmente l'esistenza di Picnic ad Hanging Rock, citato nella prefazione!! Ma parlando del romanzo in sè esso è una straordinaria discesa nel maelstrom dei gorghi temporali; un'invalida, in convalescenza da una devastante tubercolosi, dopo essersi seduta su una chaise longue vittoriana (che l'aveva attirata in maniera quasi sinistra nel mercatino dove era quasi buttata via al punto da indurla a comprarla) si appisola e si risveglia nel corpo di una sua quasi omonima, vissuta tuttavia ben 90 anni prima (tornando in piena epoca vittoriana, per l'esattezza nel 1864) e da qui in poi sarà un parossismo di terrori tremendi, a partire dalla perdita dell'identità fino al senso di impotenza nello scoprire di essere intrappolata in un corpo devastato dalla tubercolosi, morente, e di non poter tornare più al proprio tempo (ma sarà davvero tale?). Una perla, un gioiello ipnotico e fascinoso che ti induce a leggere d'un fiato, terrorizzato tutte le pagine per vedere come finirà il tutto. La Laski gioca magistralmente con il tema della psicometria (che mi risulta assai poco praticato in letteratura, ahinoi!!), a me tanto caro sin dai tempi della lettura dell'Imbuto di cuoio, magistrale racconto di Sir Arthur Conan Doyle, con risultati brillantissimi e al tempo stesso che più oscuri non si può. In una parola; capolavoro!