Nel nome della croce. La distruzione cristiana del mondo classico

Antonio Bonifacio (21/09/2018) - Voto: 2/5
Libro fuorviante . L'autrice sembra impegnata in una contrapposizione a senso unico. Da una parte la licenziosità di quell'universo greco romano che la Nixei reputa un tutt'uno, dall'altra parte l'austerità ossessiva del nascente mondo cristiano. Il perno espositivo è sulla sessualità: libera quella del mondo classico, totalmente repressa quella dei nuovi venuti. L'essenza della spiritualità greco romana , ognuno per il campo in cui si è espressa, resta a margine come un datoscontato quando invece scontato non è affatto. La concezione dell'anima come partecipe del mondo divino prima della sua incorporazione somatica pricipale e principiale differenza tra i due mondi non viene neanche sfiorata, così come non cviene sfiorata la tripartizione , ben sottolineata da Cicerone, tra corpo anima e animo (spirito). Questa è l'essenza della differenza che ha dato luogo nel mondo classico a quelle vie iniziatiche, sconosciute al cristianesimo religione fondamentalmente devozionale. Altri hanno indagato molto ben a fondo su questi temi che Pletone ha rivitalizzato nel Rinascimento reinnestandoli in Occidente. Per la critica semplicemente storica alle nefandezze ecclesiali Karlheinz Dechner aveva già detto tutto e di più una ventina d'anni fa. In conclusione questo libro non rivela affatto quanto abbiamo perduto quando il cristianesimo ha vinto, per comprendere la portata di questa perdita, comunque bilanciata da Meister Eckhart, ci si deve rivolgere a ben altre fonti..