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Sorella, mio unico amore
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Alessandra
(29/06/2024) -
Voto: 5/5
La Oates è la più grande scrittrice capace di mettere a nudo la società americana, spogliarla di quel finto perbenismo e mostrarci il suo vero volto. Un libro superbo, come sempre.
Talisie
(08/10/2022) -
Voto: 5/5
Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle centinaia di pagine di questa sorta di diario retrospettivo di una tragedia in cui la morte della piccola Bliss, sacrificata sull’altare dell’affermazione e della fama, è forse l’evento meno atroce. Al centro della vicenda è la vita di Skyler, il figlio primogenito di una coppia inconsapevolmente crudele e feroce nei confronti dei figli che cerca di ottenere il successo e la rispettabilità del ricco quartiere wasp in cui vivono attraverso i loro bambini. Il padre, ex campione al college, vuole un figlio atletico in linea col modello americano del florido ragazzone caucasico, la madre, pattinatrice mancata, risplende di luce riflessa attraverso la carriera della piccola Bliss, costretta a continui e stressanti allenamenti fino al suo omicidio. A raccontare questa spaventosa discesa all’inferno è il figlio attraverso le cui parole conosciamo i terribili retroscena di una classe sociale che all’apparenza ce l’ha fatta, ma che è profondamente marcia e corrotta al suo interno. Ci voleva una grande scrittrice che non cadesse nel banale “dietro le quinte” del luccicante American way of life e la Oates lo è: difficile altrimenti sarebbe stato leggere tutte d’un fiato le oltre seicento pagine.
Antonietta Mirra
(21/04/2022) -
Voto: 5/5
Ci sono autori che leggeresti a occhi chiusi. Joyce Carol Oates è quell’autore per me. Il protagonista di Sorella, mio unico amore, Skyler, è il fratello di Bliss, ragazzina star del pattinaggio che viene trovata uccisa nella zona caldaia della sua casa, con polsi legati, in una posa fin troppo sensuale per essere un omicidio casuale. Bliss aveva sei anni. Era famosa in tutto il mondo e aveva due genitori che nessuno avrebbe voluto avere. L’autrice fa parlare Skyler, quando ormai è maggiorenne, zoppo, calvo e con la faccia piena di croste, perchè dopo la morte di sua sorella, ha passato l’inferno. Lo stile della Oates non te lo scordi, nemmeno se provi a strappartelo dalla testa. Ha un modo di scrivere unico, riconoscibile, freddo e tagliente allo stesso tempo, capace di raccontare il fatto come se fosse una cronaca, ma di infarcirlo di emozioni che sono come tagli affilati, precisi, che ti incidono, senza sangue, perchè subito si tramutano in cicatrici. Non c’è un suo libro che io non abbia amato. La piccola viene trovata morta e il primo a cui tutti pensano è proprio Skyler. I polsi di Bliss sono legati con una sciarpa rosa che conserva tracce di DNA del fratello. Eh. Questo libro è crudo come tutti quelli della Oates, non sto qui a raccontarvi frottole. È un’autrice che si ama o si odia, come tutti quegli autori che hanno uno stile proprio, che non seguono mai le mode, e che rischiano di essere diversi da qualunque cosa voi abbiate letto prima. La Oates è così brava a scarnificare le bugie e a denudare i “mostri” ma purtroppo non può salvare le vittime. E in questa storia ce ne sono due. Un po’ troppo forse per il cuore di un lettore che cerca in tutti i modi di salvare qualcosa, ma quando una mamma sacrifica i propri figli, credetemi, l’unica cosa che riuscirete a pensare è che al posto loro avreste preferito non venire al mondo.
Stefy
(11/04/2022) -
Voto: 5/5
La Oates è sempre 'sul pezzo'. Spesso trae ispirazione da fatti di cronaca reali, come questo. Agghiacciante, realistico e veramente 'tosto' se si può dire.
Lucia A.
(30/09/2021) -
Voto: 5/5
Un fatto di cronaca nera - come in "Acqua nera" - nuovamente all'origine dell'ispirazione della Oates,un altro atto di accusa verso la società americana che non rispetta e tutela nemmeno i più deboli.
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