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La regina degli scacchi
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Afra
(31/01/2021) -
Voto: 4/5
Dopo aver visto la serie targata Netflix non potevo farmi scappare questa lettura. Devo dire che non sono solita guardare prima la serie e poi leggere il libro ma questa volta sono contenta che sia andata così. Il testo rimarca tutta la storia così come vista anche se nella serie ci sono pezzi aggiuntivi e forse che rendono un po’ più chiara la personalità della Harmon. Per il resto ho davvero amato la scrittura, molto scorrevole e piacevole. Non gioco a scacchi ma sono riuscita a immaginare il più delle partite giocate e le sensazioni di Beth sono state le mie. Super consigliato agli appassionati del gioco e a chi vuole leggere di donne che si affermano in rami prettamente maschili come gli scacchi.
Marydome
(30/01/2021) -
Voto: 4/5
Gli scacchi mi hanno sempre affascinata, ma non sono mai riuscita a capirci granché, perciò durante le partite di Beth non sono riuscita a cogliere la totale essenza. Tuttavia non è un libro per chi conosce gli scacchi, anzi! Credo che sia un'ottima lettura per qualsiasi tipo di pubblico! Beth perde entrambi i genitori e si ritrova in un orfanotrofio, è qui che scopre il gioco degli scacchi, guidata dal custode. Da quel momento la sua vita sarà vissuta attraverso il filtro degli scacchi, rapporti interpersonali compresi. Quello degli scacchi è un mondo principalmente maschile, nonostante ci siano campionesse a livello internazionale. Beth è un prodigio e inizia subito a farsi conoscere, ma più che il suo talento, in risalto c'è il fatto di essere donna. I suoi avversari la sottovalutano e questo alimenta in Beth un costante bisogno di vincere, di dimostrare quanto vale. Non solo scacchi e discriminazione sessuale comunque, si parla anche di violenza, di razzismo, di dipendenza e crescita personale. Beth è forte e determinata, ma ci viene mostrata anche nei momenti di debolezza come segno che nessuno è invincibile. Consigliatissimo!
paginescoppiate
(29/01/2021) -
Voto: 4/5
Beth Harmon non è un personaggio che si ama al primo istante. Scatena nel lettore una serie di sentimenti contrastanti fin dalle prime pagine, ma non tutti sono positivi. Non può fare a meno di stupirti grazie alla sua genialità e al suo talento, tanto da rendere il gioco degli scacchi avvincente, anche a chi non ha mai toccato un pedone. Però spesso ti fa arrabbiare, perchè così come ha costruito tutto sulla sua tenacia, è anche pronta a sacrificare tutto in nome dell'autodistruzione. La sua freddezza nei confronti della vita è disarmante, pagina dopo pagina speri che arrivi qualcosa o qualcuno che sciolga quella barriera di ghiaccio che la avvolge, perchè nessun uomo è un'isola, ma ci sono donne che sono scacchiere e hanno regole tutte loro per giocare. La segui negli anni e nei tornei e per quanto tu muoia dalla voglia di immedesimarti in lei c'è sempre una sorta di distanza. Poi chiudi gli occhi, mentre lei si figura la tastiera tu ti figuri lei. Senti il ticchettio dell'orologio che scandisce il tempo della prossima mossa, il rumore dei pezzi che si muovono, il mormorio del pubblico che tiene il fiato sospeso. Riapri gli occhi, non ti rendi conto di cosa sia successo, non importa tanto è troppo tardi. Ti tiene sotto scacco, sai che non la dimenticherai mai.
Maryclear - ravenclawssy
(24/01/2021) -
Voto: 5/5
Premessa: non avendo visto la serie TV, mi sono approcciata a questo libro con genuina curiosità e ne sono rimasta folgorata. Tematiche di un certo peso vengono affrontate come la morte e la dipendenza (sia farmacologica che alcolica) , raccontando la "scalata" di un'orfana al mondo degli scacchi con una prosa semplice e diretta, quasi "cruda" in certi tratti e, sì, estremamente coinvolgente. Quel genere di storia che non ti lascia posare il libro finché non giri l'ultima pagina. Voto: 4,5/5
taniapaxia
(24/01/2021) -
Voto: 4/5
Questa storia mi ha fatto rispolverare alcune mosse degli scacchi e al contempo vivere una storia incredibile. Beth Harmon non è una donna perfetta, non è stata fortunata nella vita, ma che diamine! È nata per essere la regina degli scacchi. È stato bello assistere all’evoluzione del suo personaggio: da bambina prodigio (un po’ troppo precoce!) dotata di un talento mostruoso, a giovane donna che, dopo aver toccato il fondo per colpa delle sue dipendenze, trova finalmente il vero senso del gioco degli scacchi. Gli scacchi sono per prima cosa una sfida contro se stessi, con la solitudine e poi contro l’avversario. La sua ascesa all’Olimpo dei migliori Maestri al mondo è tutt’altro che facile, per di più è una “femmina” in un mondo di “maschi”. Capirai… “solo gli uomini giocano a scacchi!”, si è sempre sentita dire. Lo dicevano tutti perché ancora non c’era stata nessuna Elisabeth Harmon! Prima ho accennato alle sue dipendenze (distensivi-tranquillantissimi-psicofarmaci, e alcol). Ebbene, sin dall'infanzia la protagonista appare molto consapevole di ciò che fa; a otto anni sa già quali sono i limiti da non superare con le "pillole verdi", ha un autocontrollo formidabile e un'altrettanta conoscenza di sé da far dubitare che Beth sia soltanto una bambina. Nel corso degli anni la necessità di quelle pillole aumenta. Più le cose si fanno difficili e più sente il bisogno di ricorrere a degli "aiutini" per essere al top della forma. Però arriva un momento in cui crolla insieme a tutte le sue certezze. Le basta ricordare chi è e da dove viene per riprendere in pugno la sua vita e… gli scacchi. Il romanzo ha qualche piccola pecca qua e là tuttavia è interessante e davvero appassionante che di rado annoia, anzi il lettore si trova irrimediabilmente a fare il tifo per la protagonista, sia per quanto riguarda la sua vita professionale che quella privata.
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