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Quaderno proibito
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Luisa
(13/09/2024) -
Voto: 5/5
Più che un romanzo o un diario, questo libro è una vera e propria testimonianza: la testimonianza di un'anima. È un testo scritto a puntate tra 1950 e il 1951, eppure è di un'attualità incredibile. Una donna di 43 anni, della media borghesia che scrive su un quaderno le sue giornate, le sue emozioni, ciò che avrebbe voluto fare, ma non ne ha il coraggio. Per questo è "proibito", perché Valeria (la protagonista) è chiusa nel suo ruolo di madre, moglie e impiegata. Tuttavia, se si sente poco bene, deve cmq occuparsi delle faccende di casa; anche se è ancora giovane, la sua sessualità è finita da tempo, e lei e il marito sono due "fratelli". Inoltre, deve "combattere" con una figlia ribelle che vive il contrasto tra il loro ceto sociale e la ricchezza dei suoi amici, e per questo Valeria si sente responsabile. Valeria è la classica donna degli anni Cinquanta: incapace di reagire o ribellarsi, colei che accetta ogni cosa (xkè così vuole la società) e rinchiusa nei suoi ruoli (moglie, madre, impiegata).
Laura
(04/06/2024) -
Voto: 5/5
Un libro che mi ha rapita fin dall'inizio. Un viaggio nei pensieri, nelle emozioni e nelle esperienze di un tratto della vita di una donna, che cerca di capire quale sia il suo posto nel mondo.
Sig_R
(11/05/2024) -
Voto: 5/5
Bel libro, si legge molto bene ed è scorrevole! Affronta temi di riflessione legati alla felicità ed alla vita delle donne e non solo. Il libro ti tiene incollato e ogni capitolo suscita grande curiosità.
Erika
(10/05/2024) -
Voto: 4/5
Quaderno proibito nasce come storia a puntate pubblicata su una rivista degli anni cinquanta; la vicenda della protagonista Valeria, casalinga e impiegata (nonché un milione di altri ruoli che i primi due comportano), riscosse fin da subito grande successo, di numero in numero. Valeria ha due vite: quella che tutti vogliono vedere (marito e figli) e quella descritta nel suo quaderno; una esistenza, quest'ultima, fatta di riflessioni e aneliti di libertà che per le donne dell'epoca devono essere stati dirompenti. Ho avuto modo, grazie ad Alba de Céspedes, di riflettere parecchio sulla evoluzione della figura femminile nel dopoguerra e, di conseguenza, sui benefici che la mia generazione ne ha tratto.
Andrea Vannini
(06/05/2024) -
Voto: 5/5
Un gran romanzo che, nonostante l’entusiasmo che solo le cose belle suscitano, non credo consiglierò: almeno non a tutti con leggerezza. Potrebbe essere pericoloso, tanto mi è parso inquietante ma, allo stesso tempo, attraente. L’idea di acquistare un diario e l’esercizio di scrivere tutto di sé pare una gran trovata all’inizio e sicuramente lo è, ma si dimostra da subito insidiosa, poi sempre più pericolosa, fino a diventare un ordigno potente da trattare con estrema cura. Trovarsi a scoprire di te stesso un altro sé, ma anche dei tuoi affetti più cari, persone altre e diverse, non è cosa così piacevole e soprattutto indolore. Scrivere distende i pensieri e li rende limpidi, cristallini. L’analisi è talmente precisa che non lascia scampo e alla fine ho paura che a me, come forse a tanti, resti solo l’arma della dimenticanza. Scordare tutto al più presto...meglio dimenticare.. che “chi ha poca memoria è un uomo fortunato!!” Esco entusiasta da questa lettura ma scelgo di non tenere un quaderno proibito, mentre a Alba de Cespedes ed alla sua Valeria il mio dieci ideale.
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