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Argento vivo
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luciano franz
(02/01/2014) -
Voto: 1/5
Ho letto i precedenti romanzi, mi sono piaciuti tutti così l'ho acquistato a colpo sicuro: delusione totale, storie confuse tra loro e pretesto per far vedere quanto lui sia ferrato in grammatica, matematica, filosofia, come conosca scrittori di nicchia ecc. Fastidiose le imprecazioni a sfondo religioso, non aggiungono né tolgono nulla ai pesonaggi, sembra che si cada sempre nel solito luogo comune del toscano allegro, arguto, dalla battuta fulminante ma non è sempre necessario.
cloebassotta
(29/12/2013) -
Voto: 2/5
Devo premettere che di Malvaldi non ho letto la serie dei vecchietti del Bar Lume, ma l'ho conosciuto con "Odore di chiuso" , che mi era piaciuto molto, come anche "Milioni di milioni", anche questo molto piacevole. Per questo, quando è uscito quest'ultimo romanzo, senza pensarci un attimo l'ho comprato... Che delusione! Intanto di giallo c'è ben poco, sembra una commedia degli equivoci alla Fabio De Luigi; non mi sono piaciuti i continui cambiamenti di personaggi da un capoverso all'altro, scene diverse ad arte per finta legate da domande degli uni e risposte (degli altri), che creano solo confusione. Lo stile brioso nei passaggi questa volte è eccessivo, come se l'autore avesse perso un po' di "timidezza" e si lanciasse in un valzer letterario con continui cambi di scena. No, non mi è piaciuto.
spaggio
(27/12/2013) -
Voto: 3/5
Perché Malvaldi non mi convince mai fino in fondo? Certo ha un'ottima capacità di scrittura, né si può negare che l'intreccio della storia sia ben congeniato, tutt'altro: pare una brillante commedia degli equivoci, dal taglio e dai tempi teatrali, di quelle ove gli ingressi e le uscite dal palco dei vari personaggi, i cambi di situazioni e i paradossi si susseguono a ritmo incalzante; plot non nuovo ma qui ottimamente sviluppato. E allora? E allora perché quelle trentotto pagine del "romanzo nel romanzo", cosi pesanti e pedanti, di cui non si capisce bene la funzione? A sé stanti non stanno in piedi e ne bastavano pochi accenni nell'ordito della storia principale, la quale sarebbe risultata alleggerita di simile zavorra. E inoltre: perché talvolta l'autore non resiste alla tentazione di "intromettersi" nella storia che sta raccontando, nascosto dietro le parole, per passare loro avanti in un saccente dialogo diretto con il lettore (chiuso poi con la stessa velocità con cui lo si è aperto)? Insomma, Malvaldi si fa leggere ma, richiuso alla fine il libro, non è che rimanga molto, dopo.
Maurizio Ciarlatani
(10/12/2013) -
Voto: 1/5
Non credevo che un giorno avrei dovuto votare "1" Malvaldi, ma questo libro l'ho trovato confuso e noioso, quasi un puzzle letterario dove alla fine va tutto al suo posto. Malvaldi, ti prego ritorna al Bar Lume con i suoi imbattibili personaggi.
gianni
(07/12/2013) -
Voto: 3/5
ho letto questo libro con grande attesa in quanto Malvaldi con il suo stile scherzoso e brillante è uno degli scrittori che più ammiro, ma questo libro non mi ha entusiasmato come i precedenti; la storia non è molto avvincente, alcuni tratti sono lenti e ho faticato per arrivare alla fine. Aspetterò il nuovo libro che sicuramente leggerò in quanto Malvaldi ha uno stile unico e una piccola scivolata non può offuscare quanto di buono ha scritto fino ad ora
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