Pesci piccoli

Fearliath (03/04/2024) - Voto: 5/5
Se non Ve ne sieti resi conto, sappiate che questi sono ora gli anni venti di questo ventunesimo secolo. Anni in cui la Milano ha cambiato volto e tutto sta diventando triste e malinconico: le guglie dei nuovi grattacieli rivaleggiano con la Madunina e Robecchi ci canta la disarmante tristezza della maggioranza che li guarda e li sente sempre più lontani. E come con un cavatappi nel cuore il dolore accomuna tutti, pesci piccoli e grandi. Ed alla fine, come deve essere con un grande romanzo, ti immedesimi immergendoti nelle pagine sentendo che non dimentichi facilmente questa tristezza assoluta, e ti senti, con il poeta, tangled up in Blue.
kalos (29/03/2024) - Voto: 4/5
La costruzione dell'intreccio e la prosa di Rebecchi continuano ad essere appassionanti nelle vicende di Monterossi e della sua squadra. Milano ed i suoi dintorni sono descritti da un vero sceneggiatore, che ti porta ad essere presente nei luoghi. Rispetto ai libri precedenti mi è sembrato di notare una maggior concessione al sentimentalismo ed alla speranza in futuro migliore, con meno cinismo. Questo rende forse l'esito un po' meno incisivo. Sono già comunque in attesa del prossimo....
Bill (23/03/2024) - Voto: 5/5
Secondo me questo "Pesci piccoli" e' il migliore dei libri col Monterossi e sua banda. Molto divergent.
Bruno izzo (06/03/2024) - Voto: 4/5
È Milano, tra le righe soprattutto di Milano si parla nella serie che vede protagonista Carlo Monterossi protagonista dei romanzi di Alessandro Robecchi. Robecchi è narratore abile e consumato, con scrittura affabile, un inciso divertente e godibile, ha una prosa piana e tranquilla, talora anche avvincente, ma per lo più articolata. È bravo a giocare su più tavoli, le sue trame cioè non sono mai uniche, è in grado di produrre come pochi altri una storia esauriente, ampia e spaziosa di suo, di piacevole lettura ed esaustiva di per sé. Però il nucleo principale dei suoi romanzi è come un grande bacino artificiale, che si riempie perché alimentato da tanti rivoli, ognuno con un proprio percorso, più o meno irto di ostacoli, dislivelli, curve e bruschi salti o cambi di direzione. Si crea infine una caterva di combinazioni, che allorché si aprono le chiuse del bacino, generano una cascata di fatti che formano un tutt’uno lineare, originale, logico, si ricostruisce un lago più in basso, al termine del romanzo, sulla cui superficie si riflettono i fatti e gli antefatti, i protagonisti ed i comprimari, a creare un paesaggio lacustre chiaro, limpido, incantevole. Il suo ultimo lavoro, “Pesci piccoli”, stavolta magari richiama un mare, in cui vivono tante specie ittiche, talora le più interessanti sono quelle piccole, abili a cavarsela contro i grandi predatori, o almeno ci provano, con tanti sotterfugi, dalla fuga al mimetismo. Più che pesci piccoli, romantici ladri di polli. All’ombra della Madonnina vive la vita, Monterossi non se ne sta con le mani in mano. Tutto il mondo è un grande paese, Milano è come un oceano, fatti e persone diversissimi tra loro si intersecano, si incontrano, si sfiorano, nel gran mare nuotano sardine, tonni, squali. Inutile dire per chi solidarizza Monterossi, che di un pesce piccolo, o meglio di una sirenetta di nome Teresa, finisce pure per innamorarsi. Dopo tutto, è autore di Crazy Love.
Gianluca (04/03/2024) - Voto: 5/5
Sempre ottima la narrazione di Robecchi Ma l'amore: com'è travagliato per Monterossi...