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Sotto mentite spoglie
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kalos
(19/11/2025) -
Voto: 4/5
La trama di questo libro appare meno convincente di quella dei precedenti della saga di Schiavone. La suddivisione in due "episodi", che si ricollegano un po' forzatamente, e la soluzione del caso che viene liquidata rapidamente, in poche pagine un po' tirate, non convincono del tutto. Temevo che questa "stanchezza" narrativa, insieme al sempre più radicato e manifesto pessimismo del vicequestore, fosse il preludio alla chiusura della narrazione, magari con un evento shock (suicidio ?). Ma la sorpresa dell'ultima pagina mi fa sperare che la sostanza della vicenda riprenda vigore dal prossimo capitolo. Per questo, una stellina in più.
Berta
(18/11/2025) -
Voto: 3/5
Ho letto tutti i libri della serie di Rocco Schiavone e me ne sono innamorata fin dall’inizio; purtroppo, però, questa volta ho provato un certo fastidio nel ritrovare i soliti dialoghi triti e ritriti, soprattutto da parte dei collaboratori di Rocco, personaggi ormai prevedibili e forse anche troppo “piccoli” dal punto di vista umano. Si salvano Michela, Alberto, Brizio e Furio, con i quali finalmente si respira un po’ di intelligenza e acume. La storia non è male, Manzini come sempre scrive benissimo e il libro scorre veloce. Ma forse c’è bisogno di qualcosa di nuovo, soprattutto a livello di personaggi.
silvana
(18/11/2025) -
Voto: 5/5
Trama complessa, avvincente. Anche le emozioni dei personaggi, la stanchezza di Schiavone sono espresse in maniera convincente e comprensibile. L'ho molto apprezzato.
Riccardo
(16/11/2025) -
Voto: 3/5
Titolo azzeccato, carico di significati. Belle le pagine in cui Rocco Schiavone, anima aperta e cuore in mano, parla con le due donne delle quali si sarebbe potuto innamorare. Un ottovolante di dialoghi, dinamiche ben oliate fra personaggi, protagonisti e secondari, indagini (due). Un ottovolante che si arrotola su se stesso, perde un poco quota. Ma vale il prezzo del biglietto.
Pablo
(15/11/2025) -
Voto: 2/5
Seguo la serie Schiavone sin dall’inizio , ne apprezzo molto la aderenza con cui sono realizzate le serie televisive , ormai nella lettura rivedo i peesonaggi televisivi . Dopo , ahimè , un certo periodo di stanca culminato con l’orribile ‘ riusciranno i nostri eroi….’ , l’anno scorso ne è nuovamente uscito una o, a mio giudizio, bellissimo . Che, oltretutto, lasciava presagire un futuro di altrettanto altissimo livello , Tutta la storia di Sandra , il coinvolgimento profondissimo di Rocco, i suggerimenti di Marina, lasciavano presagire una svolta importante ….che non c’è stata . Forse lo stesso autore l’aveva prevista , ma poi tra il reinventarsi in parte Schiavone e mantenere il consueto annoso o noioso trantran ha scelto la via più facile… Peccato, perché credo che la serie avrebbe potuto avere nuova linfa e ri- decollare , e non trascinarsi stancamente su modelli confortanti ma stancamente ripetitivi . E invece. La vicenda Sandra e’ liquidata malissimo, e meno male che almeno Marina non si fa più vedere . Manzini scrive sempre molto bene, ma anche le vicende poliziesche mi sono sembrate più ingarbugliate del solito, troppi personaggi comprimari abbastanza inutili , una soluzione non del tutto convincente . Peccato . Due stella come media tra la vicenda personale (una) e quella poliziesca (tre) .
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