La peste scarlatta

Alfredo (20/01/2023) - Voto: 5/5
La bellezza che London riesce a concentrare in poche pagine, che sorprendono per il periodo storico in cui sono state pensate e scritte, nella loro preveggenza. lo stile poi col quale si affrescano i pochi personaggi affascina e ti cattura dentro la storia
Mariottide (01/02/2022) - Voto: 5/5
Letto nei giorni del coronavirus, viaggiando su treni semideserti, attraversando una Milano vuota e spenta. Questo libro aiuta capire la paura che si insinua in noi, lo spettro di una civiltà che crolla, distrutta da un nemico invisibile e implacabile che si insinua nelle sue contraddizioni insanabili. London ci mostra la paura di perdere le nostre sicurezze e le nostre certezze e di trovarci di fronte ad un futuro ignoto e minaccioso.
Silvia (26/07/2021) - Voto: 3/5
Un romanzo distopico e post apocalittico, una storia breve incentrata sui ricordi di un vecchio, l'unico scampato e ancora vivo dopo la grande epidemia di morte rossa. Una bella storia, un po' noiosa e lenta in alcuni punti, ma si lascia leggere.
Alessandro (08/07/2021) - Voto: 4/5
Volevo leggere da tempo questo racconto dato che il genere post/apocalittico è uno dei miei preferiti. Nel concepire un'opera di questo tipo occorre necessariamente mettere in moto la mente visto che non ci sono riferimenti reali da cui prendere spunto (per fortuna stiamo ancora tutti qua). Con i vari libri che ho letto mi sono reso conto che essenzialmente ci sono due modi in cui gli scrittori immaginano che le persone possano andare avanti in uno scenario postapocalittico: il primo è lo scenario della “resistenza”, in cui le persone cercano di aggrapparsi a qualcosa e di adattarsi ad un mondo ostile (L'ombra dello Scorpione di King, Io sono leggenda di Matheson) preservando se possibile un senso di umanità e comunità. Il secondo scenario è quello della “retrocessione”, in cui gli uomini privi di un sistema governativo e organizzativo retrocedono ad uno stato “animale” perdendo il senso di appartenenza alla comunità (Cecità di Saramago, Il mondo sommerso di Ballard). La peste scarlatta rientra in questo secondo scenario, gli esseri umani sessanta anni dopo il morbo che ne ha quasi causato l'estinzione sono poco più che indigeni completamente disinteressanti ad ogni forma di cultura e organizzazione. Trovo che siano dinamiche estremamente interessanti di cui è veramente difficile prevedere l'evoluzione e nel leggere questi libri cerco sempre spunti e riflessioni sul modo di vivere nel “dopo”. Essendo un libro del 1912 è pertanto un precursore di idee che tutt'oggi vengono riproposte e reinterpretate, non posso quindi che consigliarvelo!
Claudia (23/05/2021) - Voto: 5/5
Un libro denuncia, come altri di London, della società che non impara mai dai vecchi errori e che continuerà sempre a perpetrarli. Ci saranno sempre le classi sociali e anche se ritornassimo ad una società dell’età della pietra, a causa della morte di un’intera popolazione mondiale, sapremmo solo riproporre le stesse condizioni e problematiche attuali, senza che nulla possa essere migliorato. Quando impareremo ?