La scomparsa di Majorana

Lapo (18/11/2018) - Voto: 4/5
Riletto a distanza di decenni nell’edizione Einaudi del 1975, conserva il fascino della ricostruzione di un mistero irrisolto all’interno dello scenario drammatico che anni dopo avrebbe portato devastazione e la morte di molte migliaia di civili giapponesi; ricostruzione che si apre con chiose beffarde dell’Autore sul linguaggio involuto dei verbali di polizia dell’epoca – punzecchiature che oggi ci si aspetta da un conterraneo di Sciascia, Andrea Camilleri – e che, sul filo di ipotesi suggestive, si conclude enigmaticamente fra le mura di un convento certosino.
Luca Aquadro (07/10/2018) - Voto: 5/5
Che Sciascia mi piaccia - così come il suo sodale Bufalino - non è certo un mistero: lo si capisce dalla frequenza delle mie recensioni, a maggior ragione per il fatto che difficilmente leggo a breve distanza più libri dello stesso autore. Le ragioni per cui mi piace sono - credo - le stesse per le quali è amato da tutti coloro che lo avvicinano con mente libera: la fiducia testarda nella ragione umana, la fedeltà a uno stile limpido e ricercato pur nella varietà dei temi trattati, la ricerca paziente e instancabile della verità, l'amore tormentato per la propria terra d'origine, la Sicilia, vista quasi come centro del mondo. Queste caratteristiche si ritrovano tutte ne "La scomparsa di Majorana", opera pubblicata nel 1975 prima a puntate sul quotidiano torinese "La Stampa" poi in volume. Come spesso in Sciascia, ogni definizione sarebbe riduttiva: saggio, inchiesta, romanzo sarebbero etichette corrette, ma incapaci di esaurire la ricchezza di queste poche decine di pagine. Preferisco, provocatoriamente, la definizione di "enciclopedia", purché si usi il termine nel suo senso più letterale: tentare di racchiudere qualcosa in un cerchio. E in fin dei conti dire che ciò che Sciascia vuole racchiudere - cioè capire - sia la risoluzione del mistero della fine prematura del grande fisico siciliano Ettore Majorana (1906 - 1938? suicidio o fuga dal mondo?) sarebbe forse a sua volta riduttivo. Mi pare che la posta in gioco sia più alta: capire - tramite l'exemplum della vicenda in oggetto - che cosa sia un genio, che cosa sia la scienza, che cosa siano la letteratura e l'arte, quelle strane cose che spesso anticipano la scienza e il futuro. "Prediligeva Shakespeare e Pirandello" (esergo del libro, p. 11) P.S.: Chissà se Majorana aveva letto la pagina finale de "La coscienza di Zeno" di Svevo?
Federica (19/09/2018) - Voto: 5/5
Bellissimo libro! La scomparsa di Majorana viene narrata in modo avvincente con molti riferimenti al mondo della letteratura che rendono il libro ancora più appassionante. I paragoni di Sciascia sono particolari e fanno riflettere molto su quella che poteva essere la personalità di Majorana e su quelli che potevano essere i motivi della scomparsa del grande fisico siciliano.
Marina (08/08/2018) - Voto: 5/5
Il saggio - che tra l'altro piacque moltissimo a Pasolini - possiede da un lato una stoffa letteraria di gran pregio (tanto da assomigliare a uno splendido romanzo), dall'altro la profondità e l'accuratezza di un'indagine poliziesca. Sciascia non crede alla tesi del suicidio del giovane e brillante fisico catanese, e - a dispetto delle sue ultime larvate missive - non ci crediamo nemmeno noi: improbabile, per esempio, che chi voglia porre fine ai suoi giorni si porti dietro i documenti necessari per viaggiare e una cospicua somma di denaro. Lo scrittore siciliano tenta di trovare, nel suo itinerario, i possibili motivi di una sparizione in sé del tutto inspiegabile. E ne trova essenzialmente due. Uno, psicologico: scomparire per iniziare una vita totalmente nuova e libera da costrizioni (come il Vitangelo Moscarda di "Uno, nessuno e centomila" o "Il fu Mattia Pascal" in Pirandello). L'altro, di natura etica: la ricerca in campo nucleare stava portando non al progresso ma ad un baratro spaventoso di distruzione, e la coscienza morale di Majorana non intendeva in alcun modo collaborarvi... Le notizie e i nuovi indizi che si sono poi accumulati nel corso degli ultimi decenni non hanno aggiunto granché né contraddetto molto il testo di Sciascia. L'enigmatico "signor Bini", che secondo alcuni testimoni sarebbe stato proprio Majorana, approdato prima in Argentina e successivamente in Venezuela, non aveva minimamente né il suo volto (basta osservare la fotografia) né la sua genialità. Molte supposizioni interessanti e certo suggestive (tre giovani giornalisti hanno dedicato alla questione una paziente ricerca e un libro, uscito nel 2016) ma prove inconfutabili, nessuna. Sciascia scrive un saggio mirabile per eleganza di scrittura, lucidità intellettuale e passione per il caso. Conduce il lettore in un palazzo, dove ogni stanza contiene un'ipotesi e una spiegazione. Alla fine spegne tutte le luci e se ne va, lasciando le porte aperte. Il risultato è a dir poco affascinante.
F T (03/06/2018) - Voto: 5/5
Il libro che mi ha cambiato la vita. Compratelo a scatola chiusa. Straordinario.