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L' affaire Moro
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Sara
(12/05/2020) -
Voto: 5/5
Una riflessione scritta a caldo, immediatamente dopo il ritrovamento del corpo dell’onorevole Aldo Moro. Un resoconto impeccabile di uno scrittore che si muoveva tra le file del partito comunista, che racconta i 55 giorni di prigionia di Moro. Un testo preciso e moderno.
L.
(11/05/2020) -
Voto: 5/5
A mio parere una delle vette di Sciascia, del resto particolarmente a suo agio nel genere ibrido del racconto-inchiesta (si pensi a quella perla che è "Atti relativi alla morte di Raymond Roussel"). L'illustrazione della vicenda del rapimento e soprattutto il giudizio, piuttosto impietoso, sul Moro politico hanno permesso a questo libro di non diventare un'agiografia: ciò che in storiografia si dovrebbe sempre assumere come obiettivo.
gianluca.93perri@outlook.it
(19/09/2019) -
Voto: 4/5
L'affaire Moro è un romanzo che Leonardo Sciascia ha scritto a caldo dopo l'uccisione dell'onorevole Moro. Il fatto che il libro sia stato scritto caldo è facilmente intuibile dalla lettura dello stesso, che si pone l'obbiettivo di ricostruire una delle vicende più buie della storia dello stato italiano. Trattasi di una vera e proprio indagine sociale, tesa ad addentrarsi in quelli che sono tutte le sfaccettature del caso. Un libro appassionante, utile ad approfondire una pagina della storia italiana.
angelo
(21/12/2018) -
Voto: 4/5
Ingredienti: le ultime lettere di un politico prigioniero dell’incomunicabilità, un’esegesi dei testi e delle parole alla ricerca del detto e del non detto, l’abbandono di un sequestrato, sacrificato alla ragione di stato, la lucidità spacciata per debolezza di un uomo che intuisce il proprio destino. Consigliato: a chi vuole scoprire la peggior prova di forza di uno stato debole, a chi vuole coprire con un inchiostro nitido una pagina oscura di storia italiana.
franco
(08/04/2018) -
Voto: 3/5
Nel pieno dei 55 giorni del quarantennale del delitto Moro, quando sembra che i mezzi di comunicazione abbiano adempiuto al rito della doverosa quanto frettolosa rievocazione, può essere molto istruttivo leggere o rileggere quanto Sciascia scrisse poco dopo i fatti, tentandone una prima analisi critica, avvalendosi anche della sua partecipazione alla Commissione parlamentare d'inchiesta. E allora è prezioso questo acuto libretto che non solo rievoca i fatti, ma li analizza sottilmente, tentando di tarne una lezione e di giungere ad una prima verità. E attenzione che tutti i testi vanno letti, compresa quindi la cronologia dei 55 giorni (laddove si scopre che mentre la prigionia di Moro catturava l'occhio di tutti, ben 12 persone note o meno note venivano colpite e 2 di esse assassinate!) e compresa l'acuta "relazione di minoranza del deputato LS" che non risparmia critiche al metodo caotico e superficiale con cui vennero condotte le indagini e sulla prevalenza delle operazioni a effetto, "da parata", su quella che avrebbero potuto portare alla liberazione di Moro, compresa una precisa analisi e decrittazione degli eventuali (probabili, secondo lo scrittore) messaggi inseriti nel testo dal prigioniero. E invece si preferì, inutilmente, analizzare il linguaggio, pietrificato e fasullo, dei messaggi delle BR. L'argomento centrale di Sciascia è che, mentre Moro si batteva nelle sue lettere per lo scambio di prigionieri, attribuendo la linea della fermezza scelta dal governo soprattutto alla volontà del PCI, proprio queste sue argomentazioni finirono per accreditare la tesi che la sua volontà fosse coartata dai terroristi, mentre Sciascia dimostra che era coerente col pensiero dell'uomo politico sulla debolezza dello Stato e sulla sua costante tendenza a transigere con terroristi d'altro genere (tipo i palestinesi). Questa negazione della volontà di Moro, fini per portare allo strappo finale fra istituzioni e famiglia, ben visibile nei funerali separati.
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