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Le persiane verdi
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Renzo Montagnoli
(17/02/2019) -
Voto: 5/5
Questo romanzo è la storia di un uomo, passato dalla miseria alla ricchezza, che fugge non sa nemmeno lui da cosa, ma che cerca disperatamente di dare un senso alla sua vita. Emile Mauguin è un celebre attore teatrale e cinematografico, idolatrato e temuto, un uomo che, venuto dal nulla e dalla fame, può ora disporre di tutto ciò che desidera, tranne che della serenità. E’ uno che prende, e se dà lo fa facendo cadere la sua elemosina come un dono del cielo, e perciò, proprio per questo, non ha in pratica amici, insomma è un uomo solo. Dopo diversi rapporti con non poche donne ha sposato una molto più giovane di lui, con una bambina che ha avuto da un altro uomo, e benché la moglie gli possa apparire fedele lui non ha perso l’abitudine di avere rapporti con altre, ivi compresa la cameriera; un altro vizio a cui si abbandona con eccesso, in una vita di tutta di eccessi, è il vino, quello rosso. La visita di un medico specialista, un famoso luminare, gli porta la ferale notizia che, nonostante lui abbia quasi sessant’anni, ha il cuore di uno di settantacinque e quindi se vuole avere la speranza di andare avanti deve necessariamente limitare o eliminare gli eccessi. Si accorge così che è tempo per fare un bilancio della propria vita, quello che prima saltuariamente gli riusciva in sogno immaginando di essere l’imputato di un processo i cui giudici erano tutte le persone che aveva conosciuto. In realtà questo è il frutto di una sua costante paura della morte e del desiderio, quasi inconsapevole, della pace dell’anima, simboleggiata da una casetta con le persiane verdi. Non si può tornare indietro, però, e si arriva così prima o poi al momento in cui ciò da cui si fuggiva, andandovi inconsciamente incontro, diventa vicinissimo e allora non ci si può sottrarre alla sconfitta, ci si lascia andare e tutto ha una fine e un fine, perché, come scriveva Ungaretti (Sono una creatura -Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916), “la morte si sconta vivendo”.
(28/12/2018) -
Voto: 3/5
Sì, come quasi tutti i romanzi di Simenon
Niccolo'
(22/11/2018) -
Voto: 4/5
Romanzo come al solito molto buono da parte del nostro grande Simenon....delizioso...raffinato....ambientato benissimo....forse non il migliore a mio avviso ,ma comunque consigliatissimo!
Dario G P
(20/11/2018) -
Voto: 5/5
Uno dei migliori Simenon che abbia mai letto: grande atmosfera, tanti piani di lettura, un grande personaggio che non sa e non vuole sfuggire al destino che lui stesso si è costruito. Come in altri romanzi precedenti anche qui l'alcol è un compagno di vita maledetto.
Fabio C.
(22/09/2018) -
Voto: 5/5
Descrizione del disagio e disgusto di un uomo che, pervaso dal senso della propria fine, si trova a fare i conti con la vita; descrizione che si avvale soprattutto dell'evocazione degli odori, quasi esclusivamente sgradevoli, presenti praticamente in ogni pagina. Immenso Simenon.
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