Il ciarlatano

Maria Rita (24/04/2022) - Voto: 5/5
Da qualche anno ho cominciato ad esplorare, se così si può dire, tutto il filone letterario di scrittori ebrei o di origine ebraica tra cui sicuramente spicca Saul Bellow, che amo moltissimo e a cui penso debbano tantissimo gli scrittori venuti dopo di lui, Roth in primis. Poi però ho scoperto questo libro e ho capito che avevo ancora tanto da imparare ed esplorare. Mi piace il fatto che Singer non fa sconti a nessuno, ma a differenza di Bellow, che esalta e un po' esaspera, ma senza esagerare come Roth, le contraddizioni "dell'uomo ebreo" contestualizzandolo in un preciso contesto storico e svelandoci sfumature a cui non avremmo mai pensato, probabilmente perché quasi tutto l'immaginario collettivo e storico riguardo a quel periodo si sofferma sulla grande tragedia che lo ha determinato e definito. Credo sia un libro necessario per capire ancora di più e a cosa "serve" la letteratura se non a capire e a conoscere ancora di più?
Artedime (01/03/2022) - Voto: 5/5
Il vecchio e il nuovo continente che l'oceano separa, sembrano avere la stessa evoluzione di degenerazione e recrudescente ipocrisia. La persecuzione ebraica trova il suo corso nella fuga di quattro personaggi che, approdati in America,sembrano ambientarsi quasi alla perfezione sfruttando in modo ossessivo e capillare ogni tipo di affare. In essi è possibile intravedere la lacerazione graffiante e dolorosa delle tradizioni illanguidite e ormai fievoli, nonché la rampante aggressività degli slogan pubblicitari che, promettenti e sfavillanti nel cielo di New York, giurano di conoscere la via del successo e della felicità. Incoercibili e spregiudicati, i tipi umani, Hertz, shlemiel, l'inetto che ha sempre bisogno di avventure sessuali per sentirsi nel presente, ma dopo il possesso, sovverte ogni regola amorosa come neve al sole. Affetto da misticismo cabalistico, annoiato cronico come il suo libro che deve pubblicare da 40 anni, "mezze verità, pure banalità...tutto era già stato detto e commentato; il suo amico tradito, il benefattore Morris, ortodosso,ipocrita, "Maimonide ci ha insegnato ad attenerci sempre al giusto mezzo. È questo l'ebraismo ". E poi le donne, un universo poliedrico e inquietante, tra assetate di denaro, potere e gioielli, spiritomani, e ingenue donzelle che abbandonano la prole sotto il cielo di Varsavia per un altro uomo. Grazie Singer per aver detto tutta la verità.
AdrianaT. (12/01/2022) - Voto: 5/5
Non avevo tanta voglia di leggerne un altro di I. B. Singer perché Ombre sullo Hudson, letto da poco, pur piacendomi mi aveva piuttosto saturata. Butto l'occhio pigro solo sulle prime dieci righe e... non c'è niente da fare, è troppo bravo!, anche se, praticamente, racconta sempre la stessa storia con personaggi talmente simili, come simili sono le situazioni e identiche le ambientazioni, che le analogie con Keyla la rossa, Nemici e Ombre sullo Hudson si sprecano. Non è che questa reiterazione me la spiego tanto bene; d'altronde anche Woody Allen ha fatto per quarant'anni più o meno sempre lo stesso film ed è sempre (più o meno) un piacere.
ugo (20/09/2021) - Voto: 3/5
Di tutti i romanzi di Singer (li ho letti tutti) questo è l'unico che mi ha soddisfatto solo parzialmente. Le fittissime serie di dialoghi rendono il lavoro più simile al copione di una fiction teatrale (o cinematografica) che a un romanzo. Mancano quei momenti di stasi e riflessione che contribuiscono a dare profondità al racconto, che qui invece si risolve in una successione di accadimenti e colpi di scena che danno sì dinamismo alla trama, ma difettano di una prospettiva che vada al di là del mero effetto scenico.
_joefalchettl_ (28/07/2021) - Voto: 5/5
Durante la Seconda guerra mondiale si stabilisce a New York una nutrita comunità di ebrei polacchi, in fuga da Hitler, che qui cerca il suo piccolo posto nel mondo e si scontra con una cultura differente mentre si reinventa la vita. Hertz Minsker è il ciarlatano: erudito coltissimo, buono a nulla, filosofo, collezionista di storie d’amore e pantani, avvoltolato nelle sue stesse bugie, gabbamondo, amico quasi sincero e sempre sul punto della redenzione, fino al prossimo guazzabuglio. Qui il confine tra tragedia e farsa è labilissimo, Singer mette in piedi un palcoscenico ricco di personaggi esplosivi: “mariti traditi, amanti imbufalite, sedute spiritiche fasulle”, ogni momento topico, pieno zeppo di pathos e tensione, si risolve in una grottesca discesa agli inferi. Altissimo livello, come sempre, per Isaac Bashevis Singer: narratore brillante, sempre a suo agio a tratteggiare ironia o tragicità, dispensatore di riflessioni profonde su Dio, sul senso delle proprie azioni e della vita, artefice di risate vere e personaggi indimenticabili. Sempre affascinante il suo tessuto narrativo impregnato di dinamiche storiche e sociali vivide ed evocative, la cultura yiddish e l’ambientazione newyorkese così rètro. Apparso a puntate tra il 1967 e il 1968 su Forverts, il quotidiano yiddish di New York, questa è la prima edizione mondiale de Il ciarlatano. Grazie Adelphi per regalarci le opere di questo Premio Nobel geniale e unico!