Leggere Lolita a Teheran

sofia (01/10/2023) - Voto: 4/5
Molto bello anche se a tratti un pochino lento.
sergio (27/07/2023) - Voto: 5/5
fa venire voglia di insegnare!
Fiorella (09/06/2023) - Voto: 5/5
A metà tra un saggio storico e di critica letteraria e un racconto di vita quotidiana in cui la Nafisi si rivela una vera enciclopedia della letteratura, spaziando da Fitzgerald alla Austen, da James a Bronte, Nietzsche e ovviamente Nabokov con una sapienza di linguaggio straordinaria. Il regime e la situazione politica stavano divorando tutto, le case, le abitudini, la vita delle persone, tutto…ma non la letteratura. La Nafisi ci regala immagini bellissime ma molto forti e crude allo stesso tempo in cui mentre fuori si sentono sirene e bombe lei e i suoi amici continuano a rimanere raccolti in casa a parlare di libri. L’autrice ci lascia un messaggio bellissimo: niente, nemmeno la guerra e la politica possono uccidere le idee, la voglia di vivere, la cultura! Un libro meraviglioso intriso di letteratura in cui emerge il potere dei libri!
Anna (06/05/2023) - Voto: 5/5
Azar Nafisi trasmette in questo libro tutta la forza che le da la letteratura. Raccontando di sé, delle sue ragazze e con l'aiuto del suo mago ci dice che nessuno può privare gli altri del diritto di immaginare, di essere felice. Consigliato
rigus68 (29/04/2023) - Voto: 4/5
La professoressa Nafisi interrotto l’insegnamento all'università Allameh Tabatabei, non lascia totalmente l'insegnamento, e inaugura un ciclo di seminari ogni giovedì mattina presso la sua abitazione. Partecipano al seminario le sue sette studentesse migliori del corso. Ai seminari si discute di letteratura e di grandi romanzi come Il grande Gatsby, Orgoglio e pregiudizio, Cime tempestose, Daisy Miller e Piazza Washington di Henry James, ma anche Invito a una decapitazione, Le mille e una notte e altri. Curiosamente non v’è traccia di Lolita, che dà il titolo al romanzo. Tutti sono analizzati alla luce delle esperienze che le ragazze e la professoressa vivono nella repubblica islamica dell'Iran. Con numerosi riferimenti storici: la guerra Iran-Iraq dal 980 al 1988 (un milione tra morti e feriti), la morte dell’ayatollah Ruholla Khomeini (grandioso funerale con morti e feriti e offerta abbondante di cibi), la tomba dello scià rasa al suolo e adibita a pubblica latrina. E c’è il riferimento a migliaia di detenuti politici giustiziati e continui rastrellamenti di dissidenti. Il tutto raccontato in prima persona dalla Nafisi, che ha vissuto 18 anni nella Repubblica Islamica e ha visto gli eventi in diretta. La narrazione s’interrompe nel 1997, quando Nafisi lascia l’Iran e va a vivere negli States. Ottimo racconto, qua e là però un po’ troppo prolisso e con non poche digressioni.