Le città invisibili

Sandor Krasna (26/10/2010) - Voto: 5/5
Certo, capita di fare una "fatica enorme" (sic) a finire un libro. E' uno dei tanti mali delle generazioni di oggi. E mi si perdoni lo sfogo.
baghy (16/09/2010) - Voto: 1/5
Mi dispiace veramente tanto ma non ho proprio capito il libro. Totalmente senza capo ne coda non ho proprio compreso il suo messaggio. Mi rendo conto che sia un mio limite e non dell'autore ma non posso dare un voto alto ne' tanto meno consigliare di leggerlo. Giustamente chi mi ha preceduto lo ha definito "visionario". Commento azzeccatissimo. Ho finito il libro facendo una fatica enorme solo perche' non riesco a lascarlo a meta'.
tatiana (10/09/2010) - Voto: 2/5
avevo trovato una citazione nel libro "Ecoballe" di Rabitti e ho voluto leggerlo. Ma che fatica... visionario in alcuni, pochi, tratti, per il resto senza un filo. E io non amo i libri che non hanno un filo.
sandro landonio (03/06/2010) - Voto: 2/5
E’ un libro non facile e quando ne hai terminato la lettura pensi di doverlo ricominciare da capo, perché sei consapevole che hai perso tanto di quello che avresti potuto ritenere. Personalmente l’ho portato a compimento con fatica, nonostante la profondità innegabile di alcune immagini, il linguaggio impeccabile e la fantasia ammirevole dell’autore. A differenza quindi della maggioranza delle recensioni precedenti non mi sento di consigliarne la lettura. Fra le varie città invisibili, profetica la visione di Leonia, città che crea rifiuti sempre più indistinguibili, anticipazione della nostra realtà quotidiana e del nostro futuro incerto, bella l’immagine della zuppa di città di Pentesilea, che si allarga senza limiti e l’ubiquità di Cecilia: tutti mondi immaginari che si riflettono cento volte senza che tu capisca se sono città eventualmente realizzabili, salvo poi, leggendo l’introduzione del capitolo IX, assumere che certe città reali sembrano anch’esse, se solo raccontate, di fantasia.
corra (17/02/2010) - Voto: 4/5
Bello. Da gustarsi racconto dopo racconto e poi, con calma rileggere in un secondo momento e cogliere ciò che era passato inosservato.