Se una notte d'inverno un viaggiatore

picrocole (15/06/2014) - Voto: 2/5
Ho letto l'intero libro due volte, la prima potevo avere 12 anni, la seconda forse 17. Durante la lettura forse non mi entusiasmò, però mi piacque l'idea. Ad ora non ho un singolo ricordo distinto di questo libro, al massimo mi è rimasto in mente qualche particolare sparso, ma nulla più. E' come se non lo avessi mai aperto, ma ne avessi sentito parlare da qualcuno che lo riassumeva concisamente. Non do il minimo per la buona impressione che mi fece inizialmente, buona impressione testimoniata dal fatto che l'ho finito di leggere (due volte anche), abitudine che non ho con i libri che non mi piacciono.
Gab (21/05/2014) - Voto: 5/5
Un omaggio alla lettura
Carlo M. (03/04/2014) - Voto: 1/5
Ho 70 anni e leggo libri di ogni genere dall'età di 12 anni (evitando Paulo Coelho, Susanna Tamaro & Co.). Non riesco a continuare la lettura di questo citatissimo volume di Calvino (sono arrivato al 4° capitolo). Mi consolo vedendo che non sono il solo. E' la vecchiaia? O il libro è semplicemente stupido, a dispetto della sua impostazione originale e della maestria di Calvino in altre opere? Boh?!
Adriana (27/08/2013) - Voto: 3/5
Meglio tardi che mai. Adesso so che cos'è un iperromanzo. Bizzarro, fantasioso, istruttivo, stimolante e geniale, ma quando sono arrivata alla fine, mi è tornata tanta voglia di normalità.
sandro landonio (23/08/2013) - Voto: 3/5
Ho scelto di intendere la struttura elaborata del libro come un gioco, che l'autore ci propone invitandoci a parteciparvi. E' un atteggiamento poco accademico il mio, ma mi piace avvicinarmi alla lettura in modo "naturale, innocente, primitivo"; anche perché dato l'avvilupparsi della trama su sé stessa, il seguirla mi sembra sia solo uno sforzo formale non rilevante. Da una parte infatti abbiamo la struttura concepita teoricamente dei dieci racconti, sviluppata con coerenza e con stile letterario impeccabile e ricercato, anche se sempre attento al livello di noi "lettori medi". Dall'altra sprazzi di genio introspettivo creativo puro che possono essere sintetizzati nel "leggere é andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà". A tutto ciò si aggiungano la fantasia di certe immagini surreali come quella dell'amplesso passivo, avendo a pochi centimetri dal viso il volto di un morto, che devi sorreggere perché non ti caschi addosso. Intensa poi l'idea che di passato é meglio averne uno solo senza cercare con cambi netti di rivoluzionare la nostra vita, che é "come una coperta infeltrita dove non si possono separare i fili di cui é intessuta". Alcune volte prolisso, pesantemente stimolante, ma lo consiglio.