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Il deserto dei Tartari
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Nino Amico
(10/07/2014) -
Voto: 5/5
“Il deserto dei Tartari” può essere considerato come la parabola dell'uomo che cerca di dare un senso alla propria esistenza. Nell'ambito immaginario del romanzo, in questo luogo-non luogo suggestivo e ricco di tensione, in questo fortezza che è casa e riparo, ma anche prigione e sofferenza, in questo deserto che rappresenta estraniamento e annientamento, si risolvono le ansie, i propositi, le speranze del protagonista. Egli è alla ricerca di qualcosa di grande, di glorioso, che lo possa distinguere e farlo sentire diverso dagli altri. In questo protendersi verso i propri ideali egli vive una tensione grandissima che lo porta verso un'aspirazione che è quasi bramosia, che è fame e sete insieme. Ma egli è anche e semplicemente un uomo, con i suoi limiti, la sua mediocre esistenza, la sua limitata concezione del mondo e degli altri, la sua incapacità di cambiare lo stato delle cose. Il protagonista rincorre un sogno, un miraggio di là da venire, e l'intera sua vita è il sacrificio di un uomo che si accorge di quanto breve sia la propria esistenza. In tutto questo vi è il riconoscere la limitatezza della vita di ogni essere umano e infine, al giungere dell'età senile e degli inevitabili rimpianti, arriva la consapevolezza del vero nemico che egli deve affrontare, non più i Tartari oltre il deserto, ma la morte. Il capitolo finale è certamente il più struggente, il più malinconico, il più amaro dell'intero romanzo.
Carla
(11/03/2014) -
Voto: 5/5
Drogo attende e riflette, immobile, con lo sguardo sempre teso all'orizzonte; speranzoso negli anni della giovinezza, credulo negli anni della maturità, rassegnato in età avanzata. Drogo non trova oasi nel suo passato e si adagia nella sua semplice vita quotidiana non facendo nulla per cambiare il corso delle cose. E' vero, lo scorrere del tempo è ineluttabile ma Drogo mai si adopererà per cambiare il suo destino trovando sempre un alibi alla sua immobilità. Poi la beffa della vita, l'evento tanto atteso quando per lui è troppo tardi cosicché, solo la morte, finirà per dar conto alla sua vita. Libro da leggere e da rileggere.
Biagio
(01/12/2013) -
Voto: 5/5
Capolavoro assoluto di Buzzati. Trasporta il lettore negli abissi più profondi dell'anima con la sua semplicità. Profondo e immaginifico.
Roberto
(27/11/2013) -
Voto: 4/5
Il vero protagonista del romanzo non è il tenente Giovanni Drogo, è il tempo, un tempo che blandisce con le sue promesse, con le su prospettive, con la sua apparente immensità.
stefaniag
(05/11/2013) -
Voto: 5/5
e' un libro magico, letto e riletto e riletto
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