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Un amore
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Giorgio
(01/08/2013) -
Voto: 5/5
Veramente notevole, le pagine piu' belle sono quelle delle supposizioni, delle descrizioni dei pensieri immaginati o veri. Tanti complimenti all'autore che purtroppo non c'è piu'.
Paolo
(29/07/2013) -
Voto: 5/5
"Un Amore" potrebbe tranquillamente intitolarsi "L'Amore" in quanto l'autore, gigante della letteratura del Novecento, partendo da un amore parecchio eccentrico riesce comunque ad trascendere il particolare per arrivare a toccare l'universalità, e quindi l'oggettività, del discorso. È veramente un libro che ti rimane dentro.
gasalbe
(09/07/2013) -
Voto: 5/5
A distanza di venti anni ho riletto questo capolavoro. Libro bellissimo.
fabio
(27/06/2013) -
Voto: 5/5
Buzzati riesce sempre a incantare. Il mistero dell'animo umano è sempre un tema "caro" allo scrittore, in questo caso l'amore che divora l'anima del protagonista Antonio Dorigo
michele
(22/06/2013) -
Voto: 5/5
Sul fatto che Buzzati sia un grande scrittore non ci sono dubbi e, a mio parere, questo libro ne rappresenta la migliore dimostrazione, per l'intensità con cui ha saputo raccontare una vicenda personale, deviando dal sentiero forse a lui più congeniale del simbolo e dell'allegoria. E' qui raffigurato, in tutte le sue sfumature (senza bisogno di qualificazioni cromatiche?), l'irresistibile sentimento di attrazione provato da un tranquillo borghese di mezza età verso una ragazzina bella e sfrontata, e la frustrazione che gli deriva dal rendersi conto di essere da lei manipolato, ma di non riuscire a sottrarsi al suo fascino. Non sono poche le pagine che fanno affiorare un sorriso, ma indimenticabili sono quelle che descrivono le contrade popolari della Milano anni '60, quando la furia ipercapitalistica non aveva ancora illividito completamente la città e i suoi laboriosi abitanti, così come la parte centrale del libro, dove il protagonista, in un'improvvisa e tardiva illuminazione, comprende come tutto il grande e variegato spettacolo della creazione sia un'enorme scenografia allestita per favorire l'amore tra l'uomo e la donna, "ogni cosa del mondo congiurando con le altre cose del mondo in complotto sapientissimo per promuovere la perpetuazione della specie". Strano, ma perfettamente riuscito, il finale.
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