Quello che possiamo sapere

MauBau (09/12/2025) - Voto: 3/5
Sicuramente è scritto in modo splendido, ma pensavo, "ottimisticamente", di leggere un altro libro che trattasse altri argomenti, invece la "seconda parte", che irrompe prepotentemente e fastidiosamente nella narrazione senza una continuità di sorta, è il solito racconto delle miserie umane alla "chi l'ha visto?" in salsa radical chic, tra tragedie, amori, malattie, tradimenti e vendette. Terribilmente noiosa, Punteggio a metà tra la prima (5) e la seconda parte (1).
rino (28/11/2025) - Voto: 4/5
Un bel romanzo, potente e splendidamnete scritto. Di particolare interesse l'idea della ricerca storica che continua sempre nel futuro, indipendentemente da quelli che saranno gli eventi che modificheranno l'attuale presente, così come vale per tutti noi che viviamo nel presente e ricerchiamo il passato. Meno riuscita, forse, la seconda parte, ma nel complesso un'opera letteraria di gande livello.
Micromegas (26/11/2025) - Voto: 5/5
Questo libro è un gran bel libro non soltanto per ciò che dice (e non in primo luogo per ciò che dice), ma per come lo dice, per il congegno narrativo che McEwan confeziona, tra temporalità diverse e punti di vista spostati sui fatti raccontati. Una ulteriore conferma per il grande scrittore di Espiazione e Lezioni.
franca (23/11/2025) - Voto: 5/5
MacEwan offre al lettore una serie di spunti interessanti su cui riflettere: il futuro del mondo se ci si ostina a negare il problema del cambiamento climatico, la corsa agli armamenti e le conseguenze che ne possono derivare, la ricerca del passato e l'illusione o disillusione di chi la intraprende. Tutto ciò attraverso uno stile encomiabile (a cui contribuisce l'ottima traduzione), una trama avvincente e una serie di personaggi ben delineati. 5 stelle a uno scrittore che, condivido il commento del recensore che mi ha preceduto, meriterebbe il nobel per la letteratura.
FLAVIO ALBERTO (17/11/2025) - Voto: 5/5
Con una perfetta articolazione di eventi e di colpi di scena, lo scrittore inglese narra due epoche letterarie e sociali, distanti oltre un secolo l'una dall'altra, quasi una distopia rovesciata ma ricca di allusioni al nostro presente e al temuto futuro della Terra. Magistrali sono le riflessioni su inganni ipocrisie e opportunismi nelle relazioni umane, sulla vanità dell'arte, sull'impatto devastante dei social media nella società, sul declino delle materie umanistiche e sull'appiattimento del mercato librario, ecc. Con sottile ironia verso il sistema letterario e le distinzioni di classe e di cultura ma anche con umanissima lucidità verso la malattia e gli inganni della memoria, McEwan ci consegna un'opera che ha tutti i requisiti del capolavoro. E tuttavia (come per calvino, kundera, roth, marias, ecc.) non basterà a garantirgli il Nobel!