I viceré

Ilaria (12/05/2020) - Voto: 5/5
Mi aspettavo grandi cose da questa saga familiare, ed infatti le aspettative sono state confermate. Ho adorato la confusione del capitolo iniziale, ma in generale la penna di De Roberto ha saputo trascinarmi con piacere nel sontuoso palazzo siciliano degli Uzeda di fine 800.
Mary88 (11/05/2020) - Voto: 5/5
Un capolavoro della letteratura italiana che descrive in maniera impeccabile la Sicilia dell'800, attraverso le vicende della famiglia Uzeda. Fondamentale per la comprensione della storia dell'Unità d'Italia.
Mary (11/05/2020) - Voto: 5/5
Bellissimo romanzo di De Roberto troppo spesso sottovalutato. La storia è coinvolgente, interessanti le vicende dei singoli personaggi. Non riuscivo a smettere dii leggere. Lo consiglio
ale (11/05/2020) - Voto: 4/5
Onestamente mi aspettavo qualcosa di più da uno dei GRANDI CLASSICI della letteratura italiana;l'ho letto avidamente e con la speranza che la storia,e soprattutto i personaggi, acquistassero uno spessore e una caratterizzazione che,invece, è rimasta piatta nel corso di tutta la storia. La difficoltà,inoltre,a provare empatia per qualcuno dei pratognisti(che appaioni cosi freddi,cinici e distaccati)non contribuisce a rendere questo romanzo davvero appassionante
Alessandro (19/09/2019) - Voto: 5/5
Difficile, oggi , trovare libri scritti così bene! Descrizioni di ambienti e paesaggi praticamente perfetti. Personaggi numerosi, ma tutti ben delineati e riconoscibili, attraverso caratteristiche e debolezze. Una famiglia, quella degli Uzeda, apparentemente fortunata, ricchissima, stimata e ossequiata, ma i cui membri vivono , ciascuno a modo proprio, una vita travagliata , complicata da scelte obbligate e sottoposta a regole, non scritte, ma inderogabili! Il fine ultimo sembra essere l'infelicità. Mentre si fa l'Italia, la ribellione e i moti patriottici,, di qualche personaggio del romanzo, non convincono molto! E infatti molto presto gli interessi materiali prevarranno su tutto! Ne consiglio la lettura a chi ama questo genere letterario, per l'accuratezza con cui si descrive un "mondo " passato e complesso come quello della Sicilia dell'Ottocento.