Faccia di sale

Renzo (19/09/2024) - Voto: 4/5
La Città, ormai Città Vecchia, per alcuni problemi deve essere spostata in una località vicina e il trasloco, corre l’anno 1699, avviene con gradualità; è già fatto tutto, ma rimangono da traslocare i morti del cimitero. Per motivi pratici, e anche igienici, si decide di metterli nella cripta della vecchia cattedrale, l’unico edificio che resterà in piedi a testimonianza del passato. Incaricato del servizio è Ruggero Derigo che però, per lucrare sull’incarico, vi adempie solo in parte; della circostanza si accorge il cugino Luigi Derigo, che è il vero protagonista della storia e che fissa un appuntamento nei pressi appunto dell’antico edificio religioso per avere una spiegazione. I due si incontrano, Luigi è da solo e ha la netta sensazione di essere caduto in una trappola, perché Ruggero è accompagnato da alcuni “bravi”. Infatti Luigi viene pugnalato, bastonato e il suo corpo è gettato nella cripta, già piena dei morti del cimitero. Ruggero ha architettato questo in quanto unico erede di Luigi, proprietario di una redditizia salina. Il delitto sembra andato a buon fine, ma Luigi, creduto morto, non lo è. Non vado oltre, perché la storia, che è un noir, merita di essere scoperta dal lettore e dico subito che è una bella storia. Al di là della trama, molto ben congegnata, l’interesse del romanzo sta nella dimostrazione di come in noi conviva sempre un lato oscuro, che può emergere in determinate circostanze, ma che in ogni caso si deve cercare di non far prevalere, affinché sia quella luce che portiamo dentro che possa sempre trionfare. Nella vicenda di Luigi, che sopravvive grazie all’aiuto di una vecchietta considerata da tutti una strega, il desiderio di vendetta, più che mai motivato, assume i contorni di una vittoria, sia pur temporanea, della bestia che è in noi e di cui fanno le spese anche degli innocenti. Ma poi, per fortuna, la ragione ha il sopravvento ed è come se l’individuo rinascesse a nuova vita. Per quanto ovvio, la lettura è raccomandata.
Vincenzo (05/07/2021) - Voto: 3/5
Insomma non mi ha proprio convinto.
Ivan Mecca 1891 (21/01/2021) - Voto: 5/5
Potente, gotico fino all'inverosimile ma mai ridicolo, questo romanzo è di tutti quelli che ho letto sinora il capolavoro di Baldini. Dalle tenebre dell'ultimo anno di quel secolo buio che fu il Seicento giunge sino a noi la storia della discesa agli inferi di un ricco proprietario di saline che viene brutalmente massacrato e lasciato in fin di vita in una cattedrale abbandonata, mentre nella stessa sono stati deposti i cadaveri in putrefazione dei morti della cittadina del ricco proprietario, che è stata appena trasferita, pietra su pietra, in un luogo più salubre e meno mefitico e malarico. Memorabile la scena di quando Luigi Derigo, tale è il suo nome, si sveglia in fin di vita e si attacca a quest'ultima con tutte le sue forze giungendo a nutrirsi di carne putrefatta che vomita in continuazione per poi riprendere ostinato a masticare. Un capolavoro del gotico vero e proprio, quello ottocentesco, ma con una crudezza e uno sguardo impietoso e spietato verso le bassezze umane molto attuale. Coniuga quindi in un modo perfetto il passato e il presente (e questo romanzo dimostra che c'è un presente) della narrativa gotica. Capolavoro!! Non ci sono altre parole adeguate per descriverlo! Mi ha ricordato in alcuni punti Vendetta di Marie Corelli, ma è di molto superiore al pur buono romanzo vittoriano!
marco (13/05/2020) - Voto: 4/5
Bello questo romanzo breve di Baldini. dove sono presenti tutti i temi cari all'autore. Dalle paludi salmastre, alle pinete. Dalle antiche usanze, alle feste popolari intrise di religiosità, superstizioni e paganesimo. Poi c'è l'horror, quello da fiction e, purtroppo, quello tristemente reale. Infine c'è la trasfigurazione del protagonista che attraverso la vicenda, morirà e rinascerà più volte. Ecco, molta carne al fuoco (letteralmente :)) e credo che da buon racconto, con un centinaio di pagine in più sarebbe stato un gran bel romanzo.
Lorenza (08/03/2019) - Voto: 5/5
In questo romanzo breve di Baldini sono presenti tutti i temi cari all'autore. Dalle paludi salmastre, alle pinete. Dalle antiche usanze, alle feste popolari intrise di religiosità, superstizioni e paganesimo. Un’atmosfera complessiva che più che al noir tende al gotico, al nero deciso, alla dimensione del terrore, se non dell’orrore.