Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni

Livia (22/02/2022) - Voto: 5/5
Un viaggio in un altro mondo
bruno d'artibale (21/02/2022) - Voto: 2/5
Ho letto una certa quantità di libri e fino adesso non ne ho mai incontrato uno che non mi piacesse davvero. Purtroppo c'è sempre una prima volta. Il voto è una media tra la seconda parte, che ne ha un pò risollevato la situazione, e la prima. Mi soffermerò brevemente a parlare di quest'ultima; farraginosa nella forma, pretenziosa nel contenuto. L'idea che il reverendo aveva in mente , ovvero quella di spiegare la geometria, è sicuramente nobile, ma forse non gli erano chiare nemmeno a lui le modalità. per farlo. Il risultato finale di questa operazione è quindi un prodotto cervellotico che non raggiunge il suo scopo. Mi sono fidato del punteggio abbastanza alto e purtroppo ho fatto male.
Cristiano Cant (28/08/2021) - Voto: 5/5
Uguaglianza! Parola alta, inestimabile! La più esatta delle spinte sociali, sogno di vera parità che sgomita e grida fra le asprezze dei ceti forti sempre sulla difensiva. Pensare che a Flatlandia le classi possono riconoscersi dall'udito, dal tastarsi. Sia pur parlando di linee che si accostano, "il procedimento sfrutta la nebbia, attraverso cui certa nitidezza riesce a far capire a un occhio esperto chi abbia di fronte. Geniale trovata! Qualcosa che dovrebbe appannare, offuscare la vista, diventa il miglior sostegno ottico in grado di comprendere chi si ha accanto. Così si tocca l'angolarità dei più intelligenti, a fronte del resto della ciurma destinata a un nulla senza domani, soldataglia isoscele vuota di ogni valore, Abolita presto anche la Rivoluzione Cromatica, la bella idea di colorarsi tutti uguali per rendere i ceti indistinti. Non passa! A Flatlandia le divisioni sono nette! Finché un giorno questa marmorea legge svolta verso i lidi dell'inatteso quando si affaccia un'essenza incomprensibile. Una Figura! Le dimensioni diventeranno tre, si affaccerà a sorpresa il concetto di altezza. Dal quadrato disteso si eleveranno le sei facce del cubo. Una torsione sconcertante, somma e sbalorditiva perturbazione di dentro. Non verrà creduto il narratore, non riuscirà in mezza persuasione. Al punto da finire in galera. Eccola qui la limpida ferocia, l'eterna malfatta ambiguità di una geometria che si vende per maestra, ed è invece dettato di gradasso razzismo. Al punto - come commenta Giorgio Manganelli - "da ravvisare sotto la favola i connotati del noto". Graffi potentemente satirici sull'ignorante schiena del gretto, del nefando, precetti avversi ad un umano corretto tengono botta nelle trincee della conservazione. Nemmeno la chiara evidenza del reale persuade. L'ottusità ha mura invalicabili e la paura ne è la fida vedetta. Le vecchie norme stagnano sovrane e ai forti nessuno smonta mezzo privilegio. Racconto dannato. Un oggi dalle pieghe tristemente eterne.
Gabriele Della Torre (05/04/2021) - Voto: 4/5
Libro geniale.
Francesca (21/01/2021) - Voto: 2/5
Nonostante debba riconoscere la portata "sociale" del testo di Abbott, personalmente ho fatto fatica a finirlo. Consiglio per un'esplorazione negli infiniti mondi possibili.