LA SICILIA NEL 1876
 LA SICILIA NEL 1876
Titolo LA SICILIA NEL 1876
Autore Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino
Prezzo€ 1,00
EditoreNICCIA
LinguaTesto in it
FormatoDRMFREE

Descrizione
La prima impressione del viaggiatore che, sbarcato a Palermo, visita la città e i suoi dintorni ed ha occasione di frequentare anche in modo superficiale la parte educata di quella popolazione, è certamente una delle più grate che si possano immaginare. Lasciando pure da parte il clima e l’aspetto della natura, già celebrati in tutte le lingue, in versi ed in prosa, buoni e cattivi, la città colla bellezza delle vie principali, l’aspetto monumentale dei palazzi, l’illuminazione notturna, una delle migliori di Europa, presenta tutte le apparenze del centro di un paese ricco e industrioso. Nell’accoglienza dei forestieri, la squisita cortesia non si limita alle forme esterne. Appena si sia manifestata l’intenzione di inoltrarsi nell’interno dell’Isola, abbondano le lettere di raccomandazione, le offerte di ospitalità che poi si sperimentano non essere semplici complimenti. Se poi, uscendo dalla città, si girano le campagne che la circondano, s’impongono agli occhi e alla mente segni anche più caratteristici di una civiltà inoltrata. La perfezione della coltura nei giardini d’agrumi della Conca d’oro è proverbiale; ogni palmo di terreno è irrigato, il suolo è zappato e rizzappato, ogni albero è curato come potrebbe esserlo una pianta rara in un giardino di orticoltura. Dove manca il verde cupo degli alberi di agrumi, l’occhio incontra le vigne coi loro filari lunghi e regolari, gli orti piantati di alberi fruttiferi, qualche uliveto, qualche raro pezzetto di terra seminata, e dappertutto, segni del lavoro più accurato, più perseverante, più regolare. Nei primi momenti, il nuovo venuto si lascia andare a quell’incanto di uomini e di cose, e sparisce dalla sua mente la memoria delle notizie e polemiche dei giornali, delle discussioni parlamentari, di tutto il rumore fatto intorno alla questione siciliana. Certamente, s’egli in quel momento s’imbarcasse e tornasse via, riporterebbe a casa, se non la convinzione, almeno il sentimento che tale questione non esiste, e che la Sicilia è il paese del mondo dove la vita è per tutti più facile e più piacevole. Soprattutto, se girando i dintorni, non ha osservato i posti di bersaglieri acquartierati in case rustiche dove sarebbesi aspettato d’incontrare uno spettacolo più patriarcale.