Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell'isola di Manus
 Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell'isola di Manus
Titolo Nessun amico se non le montagne. Prigioniero nell'isola di Manus
Autore Behrouz Boochani
Prezzo€ 9,99
Traduttore Alessandra Maestrini
Curatore Omid Tofighian
EditoreADD Editore
LinguaTesto in it
FormatoDRMFREE

Descrizione
Detenuto illegalmente dal governo australiano, Behrouz Boochani ha scritto il suo straordinario memoir attraverso migliaia di messaggi Whatsapp.Ilam, Kurdistan iraniano. Dopo le intimidazioni e l’arresto di alcuni giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l’Indonesia e da lì l’Australia, dove vuole chiedere lo status di rifugiato politico. Intercettato dalle forze militari australiane, viene confinato nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea. Qui ha iniziato un’intensa campagna di denuncia della politica anti-migratoria e delle umiliazioni cui vengono sottoposti i rifugiati: articoli, documentari e questo libro, digitato in farsi su un cellulare e mandato a Omid Tofighian che lo ha tradotto in inglese. Romanzo autobiografico, testimonianza e atto di resistenza, Nessun amico se non le montagne racconta cinque anni di carcere ed esilio, lottando per la sopravvivenza, la salute e la dignità in condizioni degradanti. Un intreccio di generi – giornalismo, commento politico, riflessione filosofica, miti, poesia e folclore – dà voce all’impatto fisico e psicologico della detenzione a tempo indefinito.Questo Premio prova che le parole ancora hanno il potere di sfidare i sistemi e le organizzazioni disumane, che la letteratura ha il potenziale per provocare cambiamenti e per sfidare le strutture del potere. La letteratura ha il potere di darci la libertà. … Questo premio è una vittoria non solo per noi (prigionieri), ma per la letteratura e l’arte. Soprattutto è una vittoria per l’umanità, per gli esseri umani, per la dignità umana.– dal discorso tenuto da Boochani per il Victorian Prize Per salvarsi dalla follia del campo, Boochani attinge alla sua innata creatività, a Kafka e Beckett, alle canzoni di resistenza e ai ricordi delle “fredde montagne del Kurdistan”. – J.M. Coetzee, Premio Nobel per la letteraturaUn canto, un lamento alimentato da una feroce urgenza, scritto con il lirismo di un poeta, le abilità letterarie di un romanziere e le profonde intuizioni di un acuto osservatore del comportamento umano e della spietata politica di una detenzione crudele e ingiusta. – Arnold ZableUna splendida opera d’arte che usa diverse forme narrative, dall’analisi critica alla descrizione, alla poesia, al surrealismo distopico. La scrittura è bella e precisa, mescolando tradizioni letterarie provenienti da tutto il mondo, ma soprattutto da pratiche curde. – I giudici del Victorian PrizeNel 2018 in Italia gli è stato conferito da Internazionale il premio Anna Politkovskaja per il giornalismo.Vincitore del Victorian Prize 2019, il più prestigioso premio letterario australianoVincitore NSW Premier’s Award 2019Vincitore Asia General Non Fiction Book 2019Vincitore National Biography Award 2019