Quei sei uomini e quella donna, riaperto il libro chiuso della storia che per un attimo era stata loro, si erano convinti di poterne scrivere un’altra pagina. Risolutiva. Spietata. Grande. Non un testamento dell’aberrazione, ma una fine con fuochi d’artificio e ricordo perenne nei posteri. Maniacalità, inevitabile conclusione, destino? Solo Halder era cosciente di ciò che stava accadendo e, soprattutto, di quello che sarebbe accaduto. I suoi camerati, ormai presi dalla scia vaneggiante delle loro vite, seguivano il succedersi degli eventi, senza più chiedersi un perché. Gli bastava andare insieme verso il baratro, con gioia comune. Il conflitto mondiale ha vissuto il suo epilogo e la città di Amburgo, rasa al suolo, cerca di risvegliarsi dall’incubo. Ma un manipolo di irriducibili pronti a tutto, che non accettano il destino degli sconfitti, si lancia in azioni sanguinose. La Banda della Croce non conosce la resa o la pietà. Il suo è un ideale estremo di morte purificatrice, che contempla anche l’autodistruzione. In un inferno urbano dominato dal caos e dalla fame, tra ricercati nazisti e vendicatori ebrei, un’epopea spettrale riemerge dalle nebbie della storia.