«Poeta del tempo che passa, dei ricordi sconsolati, Arnaldur Indridason racconta storie di lutti impossibili. Lutto per un'Islanda in via di estinzione, banalizzata dalla globalizzazione, lutto per un'infanzia rubata, lutto per un'ingiustizia subita e mai riconosciuta. Le indagini che mette in scena ti penetrano nel profondo e non ti lasciano più.» Télérama «Il re indiscusso del thriller islandese.» The Guardian «Indridason ha portato la piccola Islanda nella serie A del noir.» Le Figaro Tutte le case hanno un’anima. Possono emanare delle vibrazioni positive e rassicuranti, oppure possono avere qualcosa di oscuro, che preme per uscire… Da anni gli inquilini e i proprietari che si erano succeduti in quella casa di Reykjavík si sentivano inquieti, senza un motivo apparente. Finché un giorno, in seguito a un banale incidente domestico, nel seminterrato ha luogo una macabra scoperta: dietro una parete viene rinvenuto uno scheletro umano. L’ex agente Konráð, vedovo e con una vita in pezzi che sta provando a ricostruire, si interessa subito all’indagine, ma la situazione è molto complessa. C’è una talpa in polizia e il suo contatto si dimostra più avaro di informazioni del solito, perciò stavolta è costretto a cavarsela da solo: ancora non sa che le ricerche lo porteranno vicinissimo a scoprire finalmente l’assassino di suo padre, un caso irrisolto che lo tormenta da sempre. In un noir cupo e sfaccettato, passato e presente si intrecciano in un groviglio che sembra capace di soffocare tutti, perfino lo stesso Konráð. Ma la verità viene sempre a galla, inchiodando alle proprie responsabilità chi sperava di poter dimenticare una terribile colpa. |